giovedì 5 dicembre 2013

Pensioni: i calcoli sulle rivalutazioni 2014

Dal 2014 riparte la perequazione automatica sulle pensioni: ecco di quanto aumenteranno gli assegni INPS, mentre sull'Istituto aleggia ancora lo spettro dei conti in rosso.

Pensioni: dal 2014 riparte la perequazione automatica

Dal 2014 riprenderanno il via le rivalutazioni delle pensioni INPS, bloccate dalla Riforma delle Pensioni, messa a punto dall’ex ministro del Welfare Elsa Fornero e dal governo Monti con il decreto Salva Italia per le pensioni superiori a 3 volte il trattamento minimo (ovvero con una rendita oltre i 1.486 euro lordi al mese). A reintrodurre i meccanismi di rivalutazione è stata la Legge di Stabilità, dunque nel 2014 gli assegni pensionistici erogati dall’Istituto saranno più pesanti di qualche decina di euro, come frutto dell’adeguamento delle pensioni all’inflazione registrata nei 12 mesi precedenti.


La perequazione automatica torna dopo due anni di stop, anche se a giovarne realmente saranno le rendite che non superano i 3 mila euro lordi al mese (poco più di 2 mila euro netti), in un momento in cui i conti INPS non sembrano dare tranquillità.

Pensioni 2014 in numeri
Facciamo qualche calcolo sulla perequazione automatica:

per gli assegni fino a 1.486 euro lordi al mese la crescita andrà di pari passo con l’inflazione dell’intero 2013, ovvero se questa è stata pari all’1,5%, anche le pensioni fino a questo importo saranno rivalutate all’1,5%. Ad esempio un assegno di 1.000 euro lordi (856 euro circa netti) verrà incrementato di 15-16-euro lordi al mese (quasi 11 euro al netto dell’IRPEF);
gli assegni compresi tra i 1.486 euro e 1.981 euro circa al mese (3 e 4 volte il trattamento minimo rispettivamente) verranno rivalutati al 90% dell’inflazione. Dunque un assegno di 1.500 euro lordi al mese (1.200 euro netti circa) verrà incrementato dell’1,35% (il 90% dell’inflazione) pari a 20 euro lordi (circa 14 euro netti al mese);
per gli assegni tra 1.981 e 2.475 euro circa (tra 4 e 5 volte il minimo) l’aumento sarà pari al 75% dell’inflazione. Così una pensione di 2 mila euro lordi (1.537 euro netti) sarà rivalutata dell’1,12% circa (il 75% dell’inflazione) pari a 22 euro lordi (circa 15 euro netti al mese);
gli assegni tra 2.475 euro circa e 2.973 euro lordi (tra 5 e 6 volte il minimo) verranno rivalutati al 50%. Per un assegno pensionistico di 2.500 euro lordi (circa 1.840 euro netti al mese) la perequazione sarà dello 0,75% (50% dell’inflazione), pari a circa 20 euro lordi (10-11 euro netti);
gli assegni oltre i 2.973 euro lordi (superiori a 6 volte il minimo) subiranno una rivalutazione pari al 50% fino all’importo di 2.973 euro, mentre la quota di pensione che eccede tale tetto non verrà rivalutata. Così l’aumento dell’assegno per chi guadagna oltre 3 mila euro lordi (più di 2.120 euro netti al mese) resta fermo ai 20 euro lordi, ovvero intorno ai 10-11 euro netti.
Bilancio INPS
Ricordiamo che qualche settimana fa il presidente dell’INPS Antonio Mastrapasqua aveva lanciato l’allarme sulle pensioni italiane dichiarando che i conti dell’Istituto sono in rosso. Il Governo però aveva fatto rientrare l’allarme e lo stesso Mastrapasqua alla fine ha ridimensionato il problema dichiarando la «piena e totale sostenibilità dei conti della previdenza e dell’INPS». Il nodo verrà definitivamente sciolto giovedì 5 dicembre, quando sarà presentato a Roma, presso la Sala Mancini della Direzione Generale dell’INPS il Bilancio Sociale 2012 dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale.