lunedì 3 novembre 2014

Ictus, 1 milione di casi in Italia. "Conoscere i sintomi per intervenire in tempo"

Ogni anno uccide 6 milioni di individui nel mondo e 650 mila in Europa. Il 61% delle morti fra le donne. "Ogni minuto che passa può fare la differenza"
di VALERIA PINI

SOLO in Italia 1 milione di persone sono colpite da Ictus cerebrale. Duecentomila, 80 per cento di nuovi casi e 20 di recidive. Oltre il 50% convive con un handicap e dipende quasi esclusivamente dai propri familiari. C'è chi invece non sopravvive: ogni anno la malattia uccide 6 milioni di individui nel Mondo e 650 mila in Europa. Un numero ancora più elevato di pazienti, prevalentemente anziani, presentano una patologia vascolare silente che ne riduce le capacità mentali e le funzioni motorie.

Donne sempre più a rischio. Il 43% dei casi riguarda le donne, ma il 61% delle morti per ictus è appannaggio del genere femminile. Nelle donne questa patologia uccide il doppio del tumore mammario e si calcola che 1 su 5 avrà un ictus nell'arco della sua vita (per gli uomini 1 su 6). Considerando che vivono più a lungo dei loro compagni aumenta quindi la probabilità di ammalarsi. Anche sul fronte dei fattori di rischio, le notizie non sono confortanti: il fumo e il diabete sono più pericolosi per il genere femminile. Il danno prodotto da una sigaretta in una donna equivale a quello prodotto da 5 sigarette nell'uomo. Il diabete moltiplica il rischio di malattie vascolari da 3 a 5 volte nelle femmine. Cifre allarmanti, appena presentate nell'ambito della Giornata dell'ictus cerebrale (World stroke day). Ma molto potrebbe essere fatto, perché quando si parla di questa malattia la conoscenza dei sintomi e uno stile di vita adeguato possono fare la differenza. In questi giorni la Società italiana di neurologia (Sin) ha lanciato un appello al Servizio sanitario nazionale per favorire prevenzione e la diagnosi precoce dell'ictus cerebrale nella popolazione e ottimizzare l'organizzazione sul territorio nazionale delle Stroke Unit,  le unità di emergenza per la cura e la gestione dell'ictus.

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Intervenire subito. Il fattore tempo è decisivo quando si parla di ictus. Infatti più minuti si perdono in presenza dei primi sintomi, più il cervello viene danneggiato. La prima criticità è infatti il ritardo con cui si arriva al Pronto Soccorso.  I sintomi dell'ictus, che nell'80 per cento dei casi è di tipo ischemico, dovuto cioè all'ostruzione di una arteria con mancato afflusso di sangue al cervello, e solo nel rimanente 20 per cento di tipo emorragico, legato invece alla rottura di un'arteria cerebrale, compaiono improvvisamente, raggiungendo la massima gravità in pochi minuti.

I sintomi. Sul sito della onlus Alice, l'associazione per la lotta all'ictus cerebrale, i consigli per riconoscere i sintomi e gli indirizzi delle Stroke Unit italiane, 168 in tutto, l'80 per cento nel Centro-Nord. Il ricovero in un'unità super specialistica può fare la differenza, in termini di danni cerebrali e di conseguente recupero. Fra quelli più diffusi, che devono agire come 'campanello d'allarme', l'improvvisa debolezza, intorpidimento del viso, del braccio o della gamba, difficoltà a parlare, a camminare, problemi alla vista, capogiri e mal di testa.

INTERATTIVO

Servono più "Stroke Unit". Ma la tempestività dell'intervento è rallentata dalla carenza delle "Unità Ictus", le "Stroke Unit" nel paese. In Italia ce ne dovrebbero essere 300 (una ogni 200mila abitanti) invece sono operative poco meno di 160 e quasi tutte al Nord e al Centro, tanto che al Sud oggi si muore più di ictus che di infarto. I medici chiedono l'istituzione di un "codice ictus”, una sorta di corsia preferenziale per chi ne è colpito.

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La prevenzione. "Esistono formidabili mezzi sia diagnostici sia terapeutici per la prevenzione ed il trattamento d'urgenza dell'ictus acuto - afferma Domenico Inzitari, direttore della Stroke Unit dell'Azienda ospedaliero-universitaria Careggi di Firenze e professore presso la Clinica neurologica dell'Università di Firenze. Anche la riabilitazione ricopre un ruolo fondamentale: "Oggi un paziente colpito da un ictus anche grave può tornare a condurre una vita normale in pochi giorni, a patto che arrivi rapidamente in ospedale
e venga ricoverato presso una Stroke Unit. Il risultato migliore si ottiene quando il paziente viene trattato entro 60 minuti; in ogni caso l'arrivo in ospedale non dovrebbe superare le 4 ore e mezza". Importante anche una buona prevenzione. E' necessario fare i controlli sui fattori di rischio: misurazione della pressione arteriosa con uno strumento in grado di individuare aritmie cardiache e fibrillazione atriale, controllo della glicemia e del colesterolo.

 FONTE LA REPUBBLICA.IT di VALERIA PINI

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