martedì 11 agosto 2015

Consiglio Regionale Lombardia approva la riforma del sistema sociosanitario lombardo

Definitivo via libera in Consiglio regionale alla riforma della governance del sistema sociosanitario lombardo, approvata poco dopo le 22.30 con 46 voti a favore e 28 contrari. Si sono espressi a favore Lega Nord, Lista Maroni, Forza Italia, NCD, Fratelli d’Italia e Gruppo Misto; contrari PD, Patto Civico e M5Stelle.
“Nuovi utili da reinvestire in ambito sanitario e un sistema più moderno e aggiornato: il nuovo sistema socio-sanitario ha ora un riferimento normativo utile ad affrontare le sfide di una società che cambia, integrando ancora meglio e più direttamente l’ambito sanitario con il territorio e quindi con i suoi cittadini. La sanità lombarda si avvicina sempre di più alla persona, risponderà meglio alle esigenze dei pazienti e sarà ancora più orientata alla cura del malato e delle cronicità”. Così si è espresso il Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo, che ha aggiunto: “Questo provvedimento è il risultato di un lavoro enorme di Giunta e Consiglio, al quale hanno concorso costruttivamente tutti i gruppi consiliari. Ha vinto la politica buona, capace di dare vita al confronto, ma anche di trovare la sintesi. Il percorso è stato lungo e non sono mancate le difficoltà, ma è stato anche rispettoso del traguardo fissato di chiudere entro la pausa estiva”.
Riduzione sensibile dei costi, dimezzamento delle attuali ASL, aumento dei controlli, accesso più facile e veloce a visite ed esami, aumento della prevenzione. Sono solo alcuni degli elementi di novità che questa riforma introduce –spiegano i relatori Fabio Rizzi (Lega Nord) eAngelo Capelli (NCD)-. L'obiettivo è così quello di passare dalla semplice cura del paziente al "prendersi cura" con continuità del paziente, anche a domicilio, dando vita a una vera e propria rete territoriale diffusa e capillare. Non si tratta –aggiungono Rizzi e Capellidi una cancellazione della legge precedente, ma di una sua evoluzione per aggiornarla e adeguarla dopo 18 anni alle nuove esigenze della società di oggi. Nel far questo saranno mantenute e ulteriormente valorizzate le esperienze e le specificità professionali ospedaliere”.Regione Lombardia –ha detto in Aula il Presidente Roberto Maroniprevede di recuperare, con la riforma a regime, circa 300 milioni di euro, risorse che saranno poi reinvestite nel sistema sanitario a vantaggio degli stessi cittadini lombardi, in particolare per ridurre i ticket sanitari, le liste d’attesa e le rette delle Residenza Sanitarie per Anziani”.La legge prevede l’integrazione delle strutture della sanità con quelle del sociale, sia a livello regionale che territoriale, con l’obiettivo di adeguare il sistema lombardo alle nuove complessità emergenti come l’allungamento dell’aspettativa di vita e l’aumento della cronicità.
La riforma votata oggi definisce la nuova governance sociosanitaria lombarda e sarà seguita in autunno da un nuovo provvedimento legislativo, già approdato in Commissione e che interverrà in particolare su prevenzione, salute mentale, malattie rare, veterinaria e rapporti con le Università.
Un allegato parte integrante della riforma stessa definisce la strutturazione territoriale delle Agenzie di Tutela della Salute (ATS) e delle Aziende Socio Sanitarie Territoriali (ASST).

I principali contenuti della riforma
Le ATS (Agenzie di tutela della salute) avranno funzioni di gestione, programmazione e controllo, oltre che di supervisione sulla continuità delle cure ai malati cronici e gravi. Spetteranno loro l’accreditamento delle strutture sanitarie e socio sanitarie, la negoziazione e l’acquisto delle prestazioni sanitarie e socio sanitarie. Ne vengono istituite 8 che sostituiscono le attuali 15 ASL: nascono pertanto le ATS Insubria (Varese e Como), Brianza (Monza e Lecco), Bergamo, Brescia, Pavia, Val Padana (Cremona e Mantova), Città Metropolitana (Milano e Lodi) e quella della Montagna (Sondrio, Valtellina e Valcamonica).
La legge istituisce inoltre 27 ASST (Aziende socio sanitarie territoriali): rispetto al documento approvato in Commissione Sanità, vengono aggiunte cinque nuove aziende socio sanitarie territoriali, Niguarda e Gaetano Pini a Milano, Spedali Civili a Brescia, Papa Giovanni XXIII a Bergamo e Crema. Accolto anche un emendamento inizialmente promosso dal Presidente Raffaele Cattaneo e poi condiviso anche da altri esponenti varesini che afferisce l’ospedale di Tradate alla ASST dei Sette Laghi spostandola da quella della Valle Olona (in maggioranza, voto contrario su questo emendamento è stato espresso da Luca Daniel Ferrazzi della Lista Maroni).
Alle ASST spetterà il compito di erogare le prestazioni sanitarie e socio sanitarie: dovranno garantire le prestazioni e le cure territoriali in sinergia con gli ospedali che confluiranno nelle Aziende stesse. Ogni ASST avrà un direttore generale unico, ma al proprio interno sarà suddivisa in due strutture tra loro distinte che avranno gestione e bilanci separati: il Polo ospedaliero affidato a un direttore sanitario e la Rete territoriale affidata a un direttore sociosanitario. La Regione potrà comunque istituire nuove aziende ospedaliere, secondo i requisiti previsti dalla normativa nazionale vigente.
La riforma prevede anche la nascita di una Agenzia di vigilanza e controllo sull’erogazione delle prestazioni e delle cure sanitarie e sociosanitarie, che dovrà agire in collegamento con le singole ATS. L’Agenzia sarà costituita da un direttore nominato dal Presidente della Giunta regionale e da un Comitato di Direzione composto da 3 persone nominate su indicazione della Conferenza dei gruppi regionali di minoranza o estratte a sorte tra 10 nominativi, sempre di indicazione dei gruppi di minoranza.
Nel rispetto della legge Bassanini e delle facoltà in capo al Presidente della Giunta regionale, viene istituito l’Assessorato regionale unico al Welfare che comprende i precedenti assessorati alla Salute e alla Famiglia e Solidarietà sociale: saranno scorporate le deleghe al Volontariato e alle Pari opportunità.
A Milano troverà sede un grande polo pediatrico: il nuovo “Ospedale del Bambino” nasce dall’accorpamento di Buzzi, Sacco, Fatebenefratelli e Macedonio Melloni. Viene infine incentivata, anche attraverso una sostanziale semplificazione procedurale, la prenotazione online di visite ed esami, e viene incrementato di 40 unità il numero delle borse di studio destinate agli specializzandi lombardi. Introdotta anche l'abolizione graduale dei ticket in base al reddito fino a 32mila euro, già recepita in occasione dell’assestamento di bilancio approvato a fine luglio.

Le dichiarazioni di voto dei gruppi consiliari“Il cuore della riforma sta nel fatto che gli ospedali si prenderanno maggiormente cura del paziente, che grazie a questa nuova legge sarà accompagnato in tutte le fasi della guarigione –ha spiegato il capogruppo della Lega Nord Massimiliano Romeo-.  Vi sarà inoltre un forte aumento dei controlli per prevenire nel futuro le problematiche che si sono verificate negli anni passati”. Mentre il Governo di  Roma si accanisce sulle Regioni virtuose praticando inaccettabili tagli orizzontali sulla sanità e trascurando l’ormai indifferibile applicazione dei costi standard, la Lombardia di Maroni risponde con la riforma più importante di questa legislatura –ha sottolineatoStefano Bruno Galli, capogruppo della Lista Maroni-. Si tratta di una riforma che perfeziona l’organizzazione virtuosa di un sistema sanitario all’avanguardia in Europa. È sulla sanità che si misura la virtuosità delle Regioni. E la sanità lombarda dimostra il tasso di virtuosità della nostra regione e la fondatezza delle nostre legittime aspirazioni di autonomia. Finora abbiamo parlato di appropriatezza del ricovero e delle cure: applicando il principio del  “prendersi cura” del malato, d’ora in poi parleremo di appropriatezza delle sue dimissioni, perché il vero profitto, in sanità, è la guarigione del malato”. "Finalmente la legge forse più importante di questa legislatura è diventate realtà –commenta il capogruppo di Forza Italia Claudio Pedrazzini-In particolare Forza Italia ha fortemente voluto la creazione dell’Ospedale del Bambino che vedrà riuniti i centri di eccellenza pediatrica milanese e grazie ai nostri contributi e al nostro lavoro tutti gli ospedali saranno coordinati direttamente con il territorio, onde evitare disparità di trattamento tra le varie realtà ospedaliere. La Lombardia e i lombardi avranno una sanità rinnovata, con servizi ancora più efficienti, più legati al territorio e meno costosi”.   “Si tratta di un altro passo avanti per difendere la libertà di scelta dei cittadini e migliorare ulteriormente l’eccellenza lombarda apportando notevoli risparmi al sistema di oltre 300 milioni –ha evidenziato il capogruppo di NCD Luca Del Gobbo-. Passiamo così dalla semplice "cura" all'innovativo concetto di "prendersi cura" dei pazienti, con un occhio di riguardo alle categorie più fragili. Questi i punti salienti della legge di evoluzione del sistema sociosanitario lombardo, per la cui stesura il Presidente Maroni ha svolto il ruolo di regista e il Nuovo Centrodestra ha fornito un contributo determinante”.Questa è l’evoluzione delle leggi 31 e 33 dell’allora Assessore regionale alla Sanità di Alleanza Nazionale Carlo Borsani, leggi del 1997 che ancora fanno da fondamenta alla riforma di oggi: è migliorativa e privilegia la trasparenza, lasciando i controlli all’opposizione –ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia Riccardo De Corato-. Fin qui il nostro giudizio e il nostro voto sono favorevoli; per il giudizio complessivo aspettiamo di valutare la seconda parte del lavoro che faremo dopo l’estate. Con questa riforma diminuiamo le Asl,  aboliamo il ticket per due classi di reddito, diamo vita a un’unica centrale acquisti che porterà importanti risparmi e a un’agenzia di controllo indipendente di cui disporrà l’opposizione che garantirà la trasparenza. Un valido passo avanti è anche il Polo dei bambini, che risponderà in modo completo ai bisogni di bambini e ragazzi, creando anche un punto di riferimento per le famiglie. Rimane il dubbio dell’unione del Sacco, che dista 8 chilometri dal Buzzi e che è specializzato in patologie infettive ed emergenze epidemiologiche”.
“Questa riforma è una grande incompiuta, che non asseconda la grande ambizione, da cui era partita, di affrontare i mutamenti nella società
 –ha dichiarato il capogruppo del PD Enrico Brambilla, motivando il voto contrario del suo gruppo-. È una legge dimezzata perché affronta solo la governance, timida perché non porta a termine l’integrazione tra servizi sanitari e sociosanitari mantenendo la duplicazione tra ATS e ASST che impallerà il sistema, e, infine, senza copertura finanziaria, soprattutto sulle parti più innovative. Riconosciamo passi avanti – ha continuato Brambilla-, a cui abbiamo contribuito nell’ottica della riduzione del danno, come la riforma dei ticket, che saranno finalmente più equi, l’agenzia di controllo che sarà indipendente e più efficace, le nomine che saranno sottratte alla lottizzazione, e l’eliminazione della legge Daccò. Rimane il grosso problema dell’aggregazione degli ospedali, soprattutto per quel che riguarda la città metropolitana, che già a settembre dovrà affrontare gli esami di riparazione”.
“Come opposizione più di così non potevamo fare
 –ha commentato Umberto Ambrosoli del Patto Civico-. Con spirito costruttivo abbiamo preso parte al tavolo di lavoro. Abbiamo introdotto qualche miglioramento, primo fra tutti l’abolizione del ticket per le fasce deboli. Abbiamo ritirato 24 mila emendamenti. Ma non c’è stato nulla da fare: questo progetto di legge è una cosa nata storta, così storta che non si può raddrizzare! Al punto che la stessa maggioranza non la chiama più ‘riforma’ ma ‘evoluzione’!  Centinaia di audizioni, ma di tutte le proposte raccolte, non c’è traccia evidente nelle norme presentate. Ne è uscito fuori un testo confuso e opaco. E su molti punti cruciali, dalla natura delle Aziende ospedaliere, al Polo unico per l’Infanzia, al rapporto tra manager e territorio, bisognerà ritornare a discuterne a settembre. Peccato tutta questa fretta, si poteva fare meglio e con coerenza di visione: la vera cosa che purtroppo manca!”.
“Siamo riusciti a ottenere un'Agenzia dei Controllicon ruolo di controllo e verifica del sistema e dei flussi di dati e abbiamo costretto la maggioranza ad adottare il principio di stabilizzazione del personale sanitario precario
 –hanno detto Dario Violi e Paola Macchi del M5Stelle-. Sulle nomine dei manager, per valorizzare merito, professionalità e competenza, abbiamo ottenuto che le designazioni possano avvenire scegliendo da una shortlist stilata da una apposita Commissione indipendente. Rimane però un giudizio fortemente negativo sulla riforma, che purtroppo non scardina il sistema formigoniano e soprattutto il disequilibrio verso il privato che continuerà a essere finanziato. Con questo provvedimento, per l’ennesima volta in questi due anni, in Lombardia si scrive Maroni ma si legge Formigoni".
(biass)
 

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