mercoledì 30 settembre 2015

“Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”

NUOVE STRATEGIE DEI SISTEMI SANITARI PER GLI OVER 65


VENERDì, 2 OTTOBRE 2015 ore 9.30 - 12.45
 SALA BIAGI Palazzo Lombardia Piazza Città di Lombardia, 1 – Milano
Per motivi organizzativi è necessaria l’iscrizione entro il giorno 1 ottobre p.v. all’indirizzo: info@fondazionecharta.org
La partecipazione è gratuita.
Le iscrizioni saranno accolte in ordine di ricezione no ad esaurimento posti.

Perché EXPOSALUTE Nel panorama dell’Esposizione Universale, dal tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, non poteva mancare un’iniziativa Sanitaria, con una forte impronta scientifica, che sapesse coinvolgere gli Addetti ai Lavori ma da cui potesse scaturire un forte messaggio al Cittadino sull’importanza dei corretti stili di vita e della prevenzione, senza però trascurare un confronto sulle “Best Practices” cliniche internazionali ed iniziative promozionali indirizzate al mantenimento della salute, prima ancora di curare la malattia. Di qui l’idea di lanciare EXPOSALUTE e di coinvolgere le Società Scientifiche, le Istituzioni, le Associazioni e le Aziende, dieci giorni durante i quali, nel Centro del Mondo di EXPO 2015, i riflettori si accendessero sulla Salute, sui bisogni del Cittadino e sulle innovazioni tecnologiche, attraverso un confronto serio e continuo, a trecentosessanta gradi e di respiro internazionale, tra tutti gli Attori ed in grado di produrre vere e proprie linee guida, interpretando appieno lo spirito ed il significato dell’Esposizione Universale. Un profondo ringraziamento va’ a tutti coloro che hanno accettato la sfida, a partire da Fondazione Charta, che ha saputo tradurre in pratica un’idea, facendosi promotrice dell’evento ed al Governatore di Regione Lombardia, l’On. Roberto Maroni, che ha subito sostenuto l’iniziativa, mettendo a disposizione gli spazi e le strutture, passando attraverso tutti gli illustri Relatori che gratuitamente hanno risposto all’invito e per concludere con tutti coloro che, intervenendo e partecipando a vario titolo, sapranno rendere queste giornate assolutamente concrete e produttive, facendo in modo che da Milano possa partire un confronto continuo, in ambito sanitario, tra Sistemi e buone pratiche cliniche, tra tecnologia e ricerca, tra bisogno di Salute e risposte efficaci ed efficienti, affinchè il Bene Supremo possa uscire da EXPO 2015 rafforzato e con percorsi sempre più condivisi, da aggiornare costantemente negli anni a venire e nella sfida di quella globalizzazione nei confronti della quale sempre più sarà indispensabile annichilirne gli effetti negativi ed esaltarne le nuove infinite

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lunedì 28 settembre 2015

In vendemmia con gli amici: 20mila euro di multa

«La notizia non riguarda direttamente il mondo della scuola, ma forse deve ugualmente far riflettere chi nella scuola lavora.»

In un piccolo paese della provincia di Cuneo il signor Battista, pensionato, invita un po' di amici a vendemmiare nel suo vigneto (la produzione di uva serve per lo più per la sua famiglia).

La giornata trascorre allegramente fino a quando nel vigneto arrivano carabinieri e funzionari dell'ispettorato del lavoro. Tralasciamo i particolari e veniamo al dunque: il signor Battista viene multato (19.500 euro in tutto) con l'accusa di aver utilizzato manodopera irregolare.
Fin qui la cronaca (verrebbe già da commentare: "Ma siamo su scherzi a parte?").
Le domande però riguardano indirettamente anche il nostro sistema educativo.
Ma siamo davvero così sicuri che insegnare i valori della solidarietà e dell'amicizia sia legittimo e legale?
E andiamo avanti: se a scuola volete allestire un piccolo orto o giardino didattico, dovete procurarvi l'autorizzazione dell'Asl o di qualche altro Ente?
Siamo poi sicuri che far zappare ai bambini non sia sfruttamento di lavoro minorile (che - non dimentichiamolo - è anche un reato particolarmente grave)?
La storiella ha una sua morale: forse a scuola bisogna insegnare che la cosa migliore è farsi gli affari propri e che le vecchiette possono benissimo attraversare la strada da sole. Non sia mai che a un solerte tutore dell'ordine venga l'idea di multare l' "aiutante" per una qualche forma di abuso (in effetti aiutando la vecchietta si svolge un compito che dovrebbe essere di un vigile urbano e quindi ci si appropria indebitamente di una funzione pubblica).
vendemmiare nel suo vigneto (la produzione di uva serve per lo più per la sua famiglia).

«Il debito pubblico dall'Unità d'Italia ad oggi»

Il debito pubblico nel 1860 (archivioiuniscuola)

«Il debito pubblico dall'Unità d'Italia ad oggi»

«Il costo della vita era molto meno caro dell'odierno, ad esempio 890 grammi di pane costavano 6 grana (1,15 euro) e la stessa quantità di carne bovina costava 16 grana (3 euro).»


l debito complessivo italiano nel 1860 era di 2 miliardi 241 milioni 870 mila lire, di questi poco più di 441 milioni di lire erano il debito del Regno delle Due Sicilie.
Il regno di Sardegna portava in eredità al nuovo stato più di 1 miliardo e 200 milioni di lire di debito.
Tenendo conto che la lira del 1860 equivale a circa 8873 euro del 2010, il debito del Regno delle Due Sicilie era pari a 2 023 miliardi di euro, mentre il debito del Regno di Sardegna era di 5 826 miliardi di euro.
Ma ancora più significativo il debito pro-capite pari per Napoli a 59,03 lire e per Torino a 261,86 lire. leggi tutto
San Fele24ore: Il debito pubblico nel 1860 (archivioiuniscuola): « Il debito pubblico dall'Unità d'Italia ad oggi » «Il costo della vita era molto meno caro dell'odierno, ad esempio 890 g...

venerdì 25 settembre 2015

Torna in Lombardia la Festa dei Nonni, moderni Angeli custodi

Festa dei nonni 27 settembre 2015 a Palazzo Pirelli Famiglie grandi e piccini accorsi al grattacielo per i momenti di giochi musica e animazioni. 
Oltre duemila ingressi
 Il video

L’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale ha promosso una domenica di apertura di Palazzo Pirelli con giochi, musica e animazioni per grandi e piccini

Il due ottobre di ogni anno è la Festa degli Angeli Custodi, data significativamente scelta, dieci anni fa a livello nazionale e prima ancora in Lombardia, per celebrare la figura dei nonni. Sono loro i moderni angeli di bambine e bambini alle prese con mille problemi di una società complicata. Ed è a loro che il Consiglio regionale ha voluto riservare un tributo di riconoscenza, promuovendo la riedizione della Festa dei Nonni, un evento pensato per coinvolgere chiunque abbia il desiderio di parteciparvi, condividendo una domenica speciale da vivere a Palazzo Pirelli nell’armonia delle famiglie e delle diverse generazioni.
Momenti di festa, con spettacoli che coinvolgeranno nonni e nipoti, animazioni musicali: questo e altro attenderà i visitatori del Pirellone domenica 27 (dalle 11 alle 17) nell’ambito di una apertura che prevede libero accesso all’Auditorium Gaber (p.zza Duca d’Aosta) e visite anche al Belvedere del 31° piano. L’Ufficio di Presidenza ha voluto celebrare così il decennale della Festa dei Nonni, anticipandolo appunto a domenica, quale occasione per sottolineare l’importanza del ruolo svolto dai nonni all’interno delle famiglie e della società in generale.
Il programma della giornata (leggi www.consiglio.regione.lombardia.it), prevede la presenza di clown-animatori, mini performance di magia e animazione, giochi con palloncini modellabili, bolle di sapone giganti, trucca bimbi, musica a cura della PV Percussion Village-Music School. Per grandi e piccini sarà possibile incontrare un istruttore di unità cinofila di salvataggio (un dipendente del Consiglio insieme a Spike, magnifico esemplare di Golden Retriver), che si proporrà di fornire conoscenze con l’intento di migliorare il rapporto col proprio cane fondandolo su armonia, rispetto e responsabilità.
A tutti i nonni che parteciperanno alla giornata di festa i nipoti consegneranno un diploma di nonna/nonno dell’anno con dedica personalizzata

mercoledì 23 settembre 2015

Atm, tariffe scontate ai senior: abbonamento mensile a 22 euro e a 16 euro

Nuove tariffe agevolate per i titoli di viaggio Atm denominati “Senior”: oggi la Giunta ha infatti approvato due misure che dal 1° novembre andranono a ridurre il costo dell’abbonamento al trasporto pubblico. 
La prima misura prevede l’introduzione di una nuova tariffa sperimentale legata alla fascia oraria. Queste nuove tipologie di abbonamento, riservate a uomini over 65 e donne over 60, permetteranno di viaggiare sempre, fuori dall’orario di punta del mattino: la validità sarà a partire dalle 9.30 fino al termine del servizio a un costo di 16 euro per il mensile e 170 euro per l’annuale.
La seconda misura deliberata dalla Giunta, che conferma per un ulteriore anno la sperimentazione dei titoli di viaggio legati al reddito Isee, riguarda l’allargamento della fascia a cui verrà garantita l’agevolazione. A poter usufruire dell’abbonamento mensile “Senior” a 22 euro e dell’annuale a 200 euro saranno infatti uomini e donne over 65 con un reddito Isee compreso tra 16.000 e 28.000 euro (ad oggi la fascia è 16.000-20.000 euro). 
Dal 1° novembre le tariffe per gli abbonamenti “Senior” saranno dunque così diversificate:

- Nuovo abbonamento
 dalle 9.30 del mattino a fine servizio: mensile a 16 euro, annuale a 170 euro.
-
 Reddito Isee <16.000: abbonamento annuale gratuito (come stabilito a partire dal 2011).
- Reddito
 Isee >16.000 e <28.000 euro: abbonamento mensile a 22 euro, annuale a 200 euro.
- Reddito
 Isee >28.000 euro: abbonamento mensile a 30 euro, annuale a 300 euro. 
Il provvedimento, che per l’Amministrazione avrà un costo complessivo di circa 5 milioni di euro da ripartire sugli anni 2015 e 2016, è reso possibile grazie a risparmi legati alla migliorata situazione finanziaria di M5, evidenziata a seguito del market test

giovedì 17 settembre 2015

Pensioni: nuova Circolare dell'INPS sul sistema misto, riflessi su TFR e TFS

Pensioni: nuova Circolare dell'INPS sul sistema misto, riflessi su TFR e TFS
L'Istituto, dopo il Provvedimento n. 74/2015, fornisce ora ulteriori istruzioni per l'’applicazione della normativa in argomento.
Con la Circolare n. 154 del 17 settembre 2015, l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale - Direzione Centrale Pensioni, si è occupato delle “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015)” - riflessi sui Tfs, Tfr dei dipendenti pubblici. Effetti del citato comma 258 sui trattamenti pensionistici”.
In premessa, l’Istituto rinvia alla Circolare n. 74 del 10 aprile 2015, per gli effetti sui trattamenti pensionistici dei commi 113 e da 707 a 709 della legge di stabilità 2015.
In particolare, Il comma 113 ha introdotto nuove disposizioni in tema di penalizzazioni per i soggetti che accedono alla pensione anticipata ad un’età inferiore ai 62 anni.
Questa disposizione ha riflessi anche sui termini di pagamento del TFS e TFR in caso di risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici prevista dall’art. 72, comma 11, del DL 112/2008.
Il comma 258 abroga gli articoli del codice dell’amministrazione militare e altre disposizioni in materia di promozioni ed altri benefici in occasione della cessazione del rapporto di lavoro, con effetti sul calcolo dei trattamenti sia pensionistici che di fine servizio. Il comma 623 prevede l’incremento dell’aliquota dell’imposta sostitutiva della rivalutazione del TFR.
Come approfondito nella Circolare n. 74/2015, i commi da 707 a 709 recano nuove norme relativamente all’importo complessivo dei trattamenti pensionistici spettanti ai soggetti iscritti all’AGO e alle forme sostitutive ed esclusive della stessa che alla data del 31 dicembre 1995 possono far valere un’anzianità contributiva pari o superiore a 18 anni e con riferimento ai quali la quota di pensione relativa alle anzianità contributive maturate dal 1° gennaio 2012 è calcolata secondo il sistema contributivo.
Per questi lavoratori, la pensione è messa in pagamento nell’importo meno favorevole tra quello determinati con il metodo di calcolo misto e quello determinato con il metodo di calcolo retributivo vigente prima del DL 201/2011.
Il comma 708 precisa che, anche in caso di erogazione della prestazione calcolata esclusivamente con il metodo retributivo, non cambiano i termini di pagamento del TFS e TFR.
Con la Circolare in esame, acquisito il parere del Ministero dell’economia e delle Finanze – Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato – Ispettorato Generale per la Spesa Sociale reso con nota prot. 59633 del 23/07/2015, l’INPS fornisce le istruzioni per l’applicazione della normativa in argomento.
Art. 1, comma 113 della c.d. legge di stabilità 2015 in materia di riduzione percentuale della pensione anticipata prevista per i soggetti con età inferiore a 62 anni - Effetti sui termini di pagamento dei Tfs e dei Tfr in caso di risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro da parte di pubbliche amministrazioni
Questa norma dispone che le pensioni anticipate, di cui all’art. 24, comma 10, del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, con decorrenza dal 1° gennaio 2015 non sono soggette in ogni caso a penalizzazioni anche se liquidate prima del compimento del 62° anno, a condizione che il requisito di anzianità contributiva sia maturato entro il 31 dicembre 2017.
Questa esclusione delle riduzioni percentuali per le pensioni anticipate liquidate nel periodo prima individuato determina una modifica delle regole sui termini di pagamenti dei trattamenti di fine servizio e fine rapporto dei dipendenti pubblici interessati da risoluzioni unilaterali del rapporto di lavoro da parte dell’amministrazione ed associate al pensionamento anticipato.
Per il personale delle pubbliche amministrazioni per il quale opera la risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro, di cui all’articolo 72, comma 11, del decreto legge 25 giugno 2008 n. 112, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008 n. 133, i termini di pagamento dei trattamenti di fine servizio e fine rapporto possono variare in ragione della data di maturazione del diritto a pensione, della decorrenza della pensione e della circostanza che alla stessa pensione siano applicate le penalizzazioni.
Fino al 18 agosto 2014, le risoluzioni unilaterali del rapporto di lavoro operate dalle amministrazioni avevano come unico presupposto l’avvenuto conseguimento del diritto alla pensione anticipata (ovvero alla pensione con 40 anni, con diritto maturato secondo le regole antecedenti alla disciplina introdotta dall’art. 24 del DL 201/2011) a prescindere dall’eventuale applicazione delle riduzioni percentuali del trattamento pensionistico di cui al citato comma 10 dell’art. 24 del dl 201/2011, anche se il dipartimento della Funzione Pubblica, con circolare n. 2 dell’8 marzo 2012, aveva raccomandato alle amministrazioni di non esercitare la risoluzione, qualora ciò avesse determinato l’applicazione delle predette penalizzazioni sulla pensione.
Per le cessazioni dal servizio conseguenti alle risoluzioni unilaterali operate fino al 18 agosto 2014, il termine di pagamento è stato di 105 giorni ovvero 6 mesi ovvero 12 mesi a seconda della data di maturazione del diritto a pensione (si vedano in proposito la circolare n. 37 del 14 marzo 2012, il messaggio n. 8381 del 15 maggio 2012 e la circolare n. 73 del 5 giugno 2014).
Dal 19 agosto 2014 - data di entrata in vigore dell’art. 1, comma 5, introdotto a modifica dell’art. 72, comma 11 del DL 112/2008, dalla legge 11 agosto 2014 n. 114 di conversione del DL 24 giugno 2014 n. 90 - ai fini dell’esercizio della risoluzione unilaterale era stata prevista l’ulteriore condizione del raggiungimento dell’età anagrafica ovvero di un’anzianità contributiva composta da periodi di servizio e contribuzione con caratteristiche tali da escludere l’applicazione delle riduzioni percentuali alla prestazione pensionistica.
Conseguentemente, per le cessazioni dal servizio derivanti da atti unilaterali del datore di lavoro associate ad accessi alla pensione con penalizzazioni (non configurabili come risoluzioni a norma dell’art. 72, comma 11, del DL 112/2008, come modificato dalla legge 114/2014), ha trovato applicazione il termine generale di 24 mesi, per il pagamento dei Tfs e dei Tfr, invece dei termini di 105 giorni ovvero di 6 o 12 mesi (cfr. messaggio n. 8680 dell’12 novembre 2014).
Dopo la modifica introdotta dal comma 113 in esame, che ha disposto la neutralizzazione delle riduzioni percentuali per le pensioni con decorrenza dal 2015 e con il requisito di anzianità contributiva maturato in ogni caso entro il 2017, l’esercizio della risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro da parte dell’amministrazione rimane temporaneamente sottoposto alla sola condizione connessa “alle esigenze organizzative e ai criteri di scelta applicati e senza pregiudizio per la funzionale erogazione dei servizi” .
In considerazione della modifica normativa appena esposta, venendo temporaneamente meno il vincolo dell’età anagrafica, in precedenza associato alla possibilità per le amministrazioni e gli enti datori di lavoro di utilizzare la risoluzione del rapporto di lavoro, con riferimento alle risoluzioni unilaterali che hanno determinato e determineranno accessi alla pensione con decorrenza successiva al 2014 e con requisiti pensionistici maturati entro il 31/12/2017, sono sospese le indicazioni circa i termini di pagamento date con il messaggio 8680 del 12 novembre 2014.
Pertanto, per le risoluzioni che intervengono dal 01/01/2015 fino al 31/12/2017, poiché le prestazioni pensionistiche collegate sono in ogni caso senza riduzioni percentuali, rimane fermo il termine di pagamento di 12 mesi oltre alle possibili deroghe, ove applicabili.
Rimane altresì fermo il termine di 24 mesi per il pagamento delle prestazioni di fine servizio e di fine rapporto conseguenti a dimissioni da parte degli interessati che maturano il diritto alla pensione di anzianità anticipata.
I termini di pagamento dei Tfs e dei Tfr collegati a cessazioni dal servizio conseguenti a risoluzioni unilaterali da parte dell’amministrazione sono riportati nella s tabella riassuntiva consultabile in calce nel testo integrale della Circolare in esame.
Data di maturazione del requisito contributivo ai fini della pensione - Data di decorrenza della pensione - Data della risoluzione unilaterale da parte del datore di lavoro - Termine di pagamento del Tfs e del Tfr dalla cessazione del rapporto di lavoro (vedi in calce nel testo integrale)
Termini dei Tfr e dei Tfs dei lavoratori iscritti alle gestioni del fine servizio dell’Inps in caso di pensione determinata esclusivamente con il metodo di calcolo retributivo
L’articolo 1, commi 707 e 708, ha modificato, integrandolo, l’art. 24, comma 2, del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214 (riforma Monti Fornero).
Le disposizioni in esame prevedono che l’importo complessivo del trattamento pensionistico non può eccedere quello che sarebbe stato liquidato con l’applicazione delle regole di calcolo con il metodo retributivo, antecedenti all’entrata in vigore dell’articolo 24 della citata riforma Monti Fornero.
Per effetto di quanto sopra, la pensione di chi ha maturato 18 anni di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 va determinata con il calcolo misto: retributivo per le anzianità maturate fino al 31 dicembre 2011; contributivo per le anzianità maturate a partire dal 1° gennaio 2012.
A determinate condizioni, la misura della pensione calcolata con il metodo misto può essere superiore a quella determinata con il metodo retributivo.
Tenendo conto di questa circostanza, il legislatore ha stabilito che per i destinatari del metodo di calcolo misto in base alla riforma Monti Fornero, il trattamento debba essere liquidato con il metodo di calcolo che determina l’importo di minor favore.
Il comma 708 dispone che il limite si applica dal 2015 anche alle pensioni decorrenti dal 2 gennaio 2012.
Nell’ipotesi in cui la pensione venga liquidata con il metodo di calcolo retributivo, il predetto comma 708 precisa che resta in ogni caso fermo il termine di pagamento di 24 mesi dei trattamenti di fine servizio e fine rapporto per i dipendenti pubblici qualora la cessazione dal servizio sia anteriore al raggiungimento del limite di età ordinamentale e non dipenda da inabilità o decesso.
Per saperne di più:
vai al testo integrale della Circolare n. 154/2015 con la tabella riassuntiva 
Fonte: INPS

sabato 12 settembre 2015

Sanità, Mantovani a Bindi: fatto molto per legalità, studi nostro modello

L'attitudine dell'on. Bindi di commentare secondo le convenienze e le necessità politiche del momento trova un'ennesima conferma: il presidente della Commissione Antimafia è solerte nel sostenere l'esistenza di insediamenti mafiosi nel sistema del welfare lombardo, ma è apparsa molto confusa quando, di fronte alla gravissima situazione di Mafia Capitale e ai fatti accertati da parte della Magistratura, si è ben guardata nel chiedere il commissariamento della capitale d'Italia, guarda caso governate proprio da esponenti del suo partito. Alle amnesie dell'on. Bindi, ricordiamo comunque come negli ultimi anni Regione Lombardia è intervenuta in numerose occasioni a tutela della legalità e della trasparenza del sistema sanitario attraverso molteplici atti e provvedimenti spesso innovativi rispetto anche al passato. Un modello che le consigliamo di conoscere e studiare". Così dichiara Mario Mantovani, vice presidente di Regione Lombardia e assessore ai rapporti con l'Unione europea, alla Programmazione comunitaria e alle Relazioni internazionali.
(Lombardia Notizie


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mercoledì 9 settembre 2015

Festa di compleanno a sorpresa per gli 89 anni di Pino al Centro Anziani Ricordi di Milano

A fare gli auguri al longevo Pino, a nome del soci presenti , del Comitato di gestione  e dell’intero staff, è stato il Presidente Alberto Fogagnolo.
Sorpresa per Pino e Beatrice: musiche d'epoca suonate dal vivo, al pianoforte dal Maestro Mancuso
Le foto sono state scattate da un volontario.





















martedì 8 settembre 2015

La torta delle domande di casa popolare | e-participation ed eventi a Milano e sua area metropolitana: cittadini e amministratori assieme per una citta' partecipata

A Milano i Caf convenzionati con il Comune per la presentazione della domanda (35 euro) sono nientepopodimeno che: tre!
Ci aggiungerei anche una perplessità sul bollo (16 euro), che per (mettiamo) 100 mila domande fa 1,6 milioni tondi tondi (un bel tremiliardini e passa di lire), alla quale comunque rinuncio anche perchè credo andrebbe fatta all'amministrazione centrale dello Stato.
Limitando a chiedermi (sperando non sia una domanda che va presentata in bollo): perchè in tutta Milano solo 3 Caf?
La torta delle domande di casa popolare | e-participation ed eventi a Milano e sua area metropolitana: cittadini e amministratori assieme per una citta' partecipata

lunedì 7 settembre 2015

Riforma fiscale: le novità degli ultimi decreti

Il Governo modifica gli ultimi cinque decreti attuativi della Riforma fiscale: meno costi, riscossione più flessibile, monitoraggio sulle agevolazioni fiscali e riforma delle sanzioni.

·         Più flessibilità sulle cartelle esattoriali a rate, niente anatocismo sulle somme iscritte a ruolo, riduzione aggio Equitalia, notifiche via PEC a imprese e professionisti, verifica quinquennale sugli incentivi fiscali, entrata in vigore a due velocità per il nuovo sistema sanzionatorio (subito le nuove sanzioni penali, dal 2017 quelle amministrative): sono molte le novità introdotte dal Governo ai cinque decreti attuativi della Riforma Fiscale approvati in secondo esame dal CdM del 4 settembre in recepimento delle osservazioni formulate dal Parlamento. Ora, i provvedimenti tornano in Aula per i necessari pareri prima del via libero definitivo, previsto entro fine settembre, che segnerà il completamento dell’attuazione della delega di Riforma fiscale. Vediamo una sintesi dei cinque decreti mettendo in luce le novità.

·         => Riforma fiscale, niente Riforma del Catasto

Riforma riscossione

      E’ uno dei decreti che uno che registrano il maggior numero di modifiche. In generale, il provvedimento semplifica e rende più equo il sistema della riscossione, riducendo le tariffe Equitalia e prevedendo nuovi vantaggi per i contribuenti (ad esempio in tema di rateazione), con l’obiettivo di creare un sistema che favorisca l’adesione spontanea. Si introduce il concetto dilieve inadempimento, che non comporta la sospensione della rateazione nel caso di minor versamento fino al 3% della somma, con un limite di 10mila euro. Permesso anche unritardo nel pagamento della rata, che nella stesura originaria era di 5 giorni ma che adesso passano a 7 giorni.

·         Altra modifica, su richiesta del parlamento, l’aggio Equitalia scende dall’8 al 6%. Continua ad applicarsi il vecchio regime per i ruoli emessi entro il 31 dicembre 2015. E’ stato poi abolito l’anatocismo nelle rate delle cartelle esattoriali, per cui non si pagheranno più gli interessi sugli interessi delle somme iscritte a ruolo. Infine, viene ulteriormente ampliato l’utilizzo dellaPEC (posta elettronica certificata) per la notifica delle cartelle esattoriali, obbligatorio da giugno 2016 verso imprese e professionisti, mentre per le persone fisiche continuerà a essere possibile l’utilizzo della raccomandata.

·         => Riforma fiscale: cartelle esattoriali via PEC

·         Infine, restano confermate le norme che prevedono, in caso di definizione concordata dell’accertamento, il pagamento in 4 anni (anziché 3 come avviene attualmente), con un minimo di 8 rate e un massimo di 16. Per le somme a ruolo, l’agente della riscossione può concedere dilazioni fino ad un massimo di 72 rate mensili, dietro semplice richiesta del contribuente che dichiari di versare in una situazione di temporanea difficoltà. Per somme superiori a 50mila euro la dilazione può essere concessa solo se viene presentata adeguata documentazione.

·         Norme anti-evasione

·         Il provvedimento mira a contrastare con maggior efficacia evasione ed elusione fiscale. E’ previsto un Rapporto annuale di sull’evasione, che il Governo presenta al Parlamento separatamente rispetto dal DEF (Documento di Economia e Finanza). Fra le modifiche, la disposizione di un monitoraggio di tutte le agevolazioni fiscali, con una verifica ogni 5 anni che deve portare alla conferma, modifica o eliminazione delle misure valutate.

·         Riordino agenzie

·         Nell’ottica di semplificare e potenziare l’azione fiscale, viene prevista una riorganizzazione che unifica le attività di Ispettorato del Lavoro, INPS e INAIL, in modo da rendere i controlli meno invasivi per le imprese, favorendo al contempo l’attrattività degli investimenti nel paese.

·         Riforma sanzioni

·         Viene introdotta una maggior proporzionalità rispetto alla gravità dei comportamenti,considerando gli eventuali elementi fraudolenti. Vengono riviste le sanzioni in relazione a frode fiscale, dichiarazione infedele, omesso versamento IVA, sanzioni amministrative. La modifica introdotta in seconda lettura è relativa all’entrata in vigore: con l’approvazione definitiva del decreto legislativo sarà immediata l’applicazione delle nuove sanzioni penali, mentre è rinviata al 2017 l’entrata in vigore delle sanzioni amministrative.

·         => Reati fiscali e sanzioni: cosa cambia con la Riforma

·         Interpelli e contenzioso

·         La norma mira a potenziare gli strumenti alternativi di conciliazione, con l’obiettivo di ridurre il contenzioso, introduce la tutela cautelare nel processo tributario (ad esemio, in presenza di un danno grave il contribuente può chiedere la sospensionen dell’atto impugnato), e dispone l’immediata esecutività delle sentenza.
·         Viene in particolare potenziato lo strumento dell’interpello, con l’individuazione di quattro categorie (ordinario, probatorio, anti abuso, disapplicativo). I tempi di risposta all’interpello ordinario passano a 90 giorni, dagli attali 120, termine che resta per tutte le altre tipologie. Se non arriva risposta entro questo termine, vale il silenzo assenso. la risposta all’interpello vincola l’amministrazione esclusivamente al caso trattato e limitatamente al richiedente. Nel caso in cui l’amministrazione richieda documentazione aggiuntiva, il termine di risposta è di 60 giorni.

·         => Riforma fiscale: guida al nuovo interpello

·         Potenziato anche lo strumento della mediazione, esteso a tutte le contorversie, comprese quelle con gli enti locali e quelle relative al catasto, e possibile anche nei confronti di Equitalia e altri concessionari della riscossione (ora è possibile solo con l’Agenzia delle Entrate).

=> Mediazione obbligatoria per le controversie tributarie

FONTE PMI

domenica 6 settembre 2015

San Fele24ore: Contrattazione pubblica e lotta alla corruzione. Uno sguardo alle recenti riforme amministrative italiane..

Contrattazione pubblica e lotta alla corruzione. Uno sguardo alle recenti riforme amministrative italiane

La corruzione amministrativa, al pari di qualsiasi altro fenomeno sociale, appartiene alla storia dell’uomo, e al diritto è sempre spettato il compito di provare a reprimerla e, in seconda battuta, prevenirla. In Italia, la corruzione amministrativa è un fenomeno che presenta una certa rilevanza. I luoghi comuni sulla “familiarità” del popolo italiano e delle sue amministrazioni pubbliche con le dinamiche corruttive abbondano, e molte volte sono frutto di esagerate e ingiustificate enfatizzazioni di presunte caratteristiche o abitudini. Alcune volte, però, dati più o meno ufficiali e oggettivi registrano, in maniera preoccupante, il diffondersi di pratiche illecite nello svolgimento dei compiti pubblici. Si prenda, ad esempio, il Corruption Perceptions Index per il 2014, pubblicato recentemente. Come ogni anno, oramai dal 1995, un’organizzazione non governativa, la Transparency International, registra il livello di corruzione percepita in tutti i paesi del mondo. Rispetto agli anni scorsi, l’Italia non solo è peggiorata, ma presenta un punteggio ben al di sotto della media europea e della sufficienza, collocandosi, infatti, al 69° posto con Senegal, Romania e Bulgaria. Sono dati che, come a tutti noto, hanno un notevole impatto a livello mediatico, sull’opinione pubblica, a proposito della credibilità delle istituzioni e delle economie dei singoli paesi di riferimento. Che l’Italia non goda di ottima reputazione sotto il profilo del rispetto dei principi di etica pubblica non è una novità. Certo, non è solo un male italiano. Sia ben chiaro. Non si vuole in questa sede sostenere in maniera assertiva che la pubblica amministrazione in Italia sia stata sempre inefficiente e profondamente corrotta; che esista un “lato oscuro” del settore pubblico che ha sempre contrastato e azzerato gli unici criteri che dovrebbero guidarne l’azione, ossia l’imparzialità ed il buon andamento. Anzi. A ben vedere, non solo non sono mancati nei percorsi evolutivi delle istituzioni momenti in cui gli impiegati pubblici hanno dato prove di alte virtù, ma, come ricordato, tra gli impiegati pubblici «gli onesti sono una larga maggioranza». Rimane, però, un dato di fatto: gli episodi di corruzione amministrativa sono molto diffusi; l’opinione più scontata, anche all’estero, sull’amministrazione italiana è che non sia ispirata da forti virtù; la corruzione appare, a volte, non come anomalia ma come costante del sistema. Sulle cause di tale situazione si è molto discusso e si continua a discutere. Non è soltanto l’effetto di una mancanza di «noblesse d’Etat», come la chiama Sabino Cassese, ossia di un corpo professionale di pubblici amministratori selezionati per merito, qualificati e adeguatamente formati, indipendenti e non assoggettati al potere politico, non intrisi di «familismo amorale», tutte condizioni ben lontane da quelle che caratterizzano la pubblica amministrazione italiana. Molto è dovuto anche ad alcuni caratteri che sono stati dati alla pubblica amministrazione e anche alla qualità e sovrabbondanza delle leggi che ne regolano il funzionamento, le quali hanno prodotto un effetto di – sono sempre parole di Cassese - «giuridicità debole», fatta di norme spesso derogabili, disposizioni negoziabili tra amministrati e amministratori, regole applicabili con ampia discrezionalità... (segue)
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giovedì 3 settembre 2015

Pensioni, le ipotesi di riforma

Riforma pensioni: alle proposte Damiano e Boeri si aggiungono le ipotesi Fornero e del Governo, senza grossi tagli all'assegno di pensione anticipata.

l punto chiave è trovare soluzioni sostenibili per consentire la flessibilità in uscita e quindi la pensione anticipata: è intorno a questo tema che si concentra il dibattito sulla nuova riforma delle pensioni, su cui persino Elsa Fornero si è ora dichiarata favorevole («le condizioni di emergenza nelle quali nacque la riforma sono in parte superate»), presentando una propria ipotesi: prepensionamento in cambio di una riduzione dell’assegno del 3-3,5% l’anno.
La proposta Fornero si inserisce nel solco tracciato da altre sul tavolo da mesi, come quelle del presidente della commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano o del presidente INPS Tito Boeri. La differenza sta nella quantificazione della decurtazione:
·         Damiano prevede una decurtazione del 2% per ogni anno di pensionamento anticipato, fino a un massimo dell’8%;
·         Boeri prevede un ricalcolo interamente contributivo dell’assegno, con decurtazione fino al 30%.
Una ulteriore ipotesi allo studio del Governoconfermerebbe l’impianto della Riforma Damiano prevedendo però una proporzionalità nella riduzione. Quindi, ad esempio, l’assegno scenderebbe del 2% per chi si ritira un anno prima, del 3% con due anni di anticipo, e così via.
Pensione anticipata piena?
Nelle ultime ore, si registra una novità rispetto a questa linea. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha dichiarato che la flessibilità in uscita:
«non deve essere per forza a costo zero».
Significa che non pensa più solo a misure che si autofinanziano (in sostanza, a carico di pensionati e  aziende), ma anche a coperture da parte dello Stato. Al momento, non ci sono sue proposte concrete: Poletti si è limitato a sottolineare che in ogni caso non si può tornare alle regole pre-Fornero.
Da segnalare, infine, una proposta di legge popolare della Cisl, “Per un fisco più equo e più giusto”, che propone un bonus fiscale di mille euro per i pensionati (e anche per lavoratori dipendenti, autonomi, giovani collaboratori) e l’estensione ai pensionati del bonus di 80 euro al mese già previsto per i lavoratori dipendenti.