sabato 20 febbraio 2016

Terzo settore, linee guida in Gazzetta

Linee guida per gli appalti di servizi sociali al Terzo Settore: in Gazzetta Ufficiale requisiti, obblighi per Regioni e Comuni, programmazione, erogazione e monitoraggio.
Un testo legislativo che regolamenti in maniera organica l’affidamento di contratti pubblici al Terzo Settore: con questo obiettivo l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha deliberato le “Linee Guida per una revisione organica della disciplina riguardante il Terzo Settore”, pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale del 6 febbraio 2016. Obiettivo: «fornire indicazione operative alle amministrazioni aggiudicatrici e agli operatori del settore», nel rispetto del quadro normativo comunitario e nazionale in materia di servizi sociali, che consentono di effettuare affidamenti ai soggetti del terzo settore in deroga all’applicazione del Codice dei Contratti attraverso forme di aggiudicazione o negoziali che consentano agli organismi del privato sociale la piena espressione della propria progettualità.

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Le Linee Guida, specifica l’autorità, dovranno essere integrate dalla Riforma del Terzo Settore e dalla direttiva 2014/24/UE, che prevede ad esempio un regime alleggerito per l’aggiudicazione di appalti sopra i 750mila euro. Il documento parte dal presupposto che la spesa per i servizi sociali «ha un impatto considerevole sulla politica economica del paese», sia sotto il profilo delle risorse impiegate (7 miliardi di euro nel 2012), sia per gli effetti sugli utenti. Di conseguenza, si legge, le amministrazioni devono:
«individuare correttamente il fabbisogno della propria domanda» e adottare «regole di selezione del prestatore di servizi idonee a garantire la qualità dei servizi resi e a stimolarne la produttività».
No a meccanismi concorrenziali che favoriscono comportamenti distorsivi, come
«la presentazione di offerte particolarmente favorevoli sotto il profilo economico ma inaffidabili sotto il profilo qualitativo, la formazione di accordi collusivi finalizzati a compartimentare il mercato di riferimento, la creazione di rendite di posizione volte a impedire l’accesso di nuovi operatori o la fidelizzazione forzata dell’amministrazione nei confronti di un determinato fornitore».
Le amministrazione sono chiamate a prevenire distorsioni sia in fase di programmazione, sia in fase di controllo sull’esecuzione.

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In fase di programmazione, il potere decisionale deve sempre rimanere in capo all’amministrazione, anche quando l’iter prevede il cinvolgimento del privato sociale, per evitare la spartizione del mercato da parte delle imprese che partecipano al tavolo di progettazione. In questa fase andrà anche incentivata la partecipazione dei cittadini o di organismi pubblici come le scuole, anche attraverso le pagine del sito Internet. I requisiti di partecipazione non devono essere troppo stringenti, evitando in particolare barriere all’ingresso (ad esempio, la dispoibilità di una struttura in cui svolgere l’attività).
L’ambito territoriale di riferimento per la programmazione non sarà il singolo Comune ma coinvolge più enti locali, e normalmente coincide con il distretto sanitario.
Le Regioni stabiliscono i LIVEAS (livelli essenziali dei servizi sociali in funzione delle aree di intervento, della tipologia dei servizi, dei criteri organizzativi e di erogazione). Ogni Comune deve invece avere una “Carta dei servizi sociali“,  che disciplina una serie di aspetti indicati dalle Linee Guida (livelli essenziali, risorse sociali disponibili, standard di qualità, partecipazione dei cittadini), monitorare annualmente le iniziative attivate, in termini di risultati raggiunti, e apportare i cambiamenti necessari alla programmazione successiva. Il criterio prioritario sarà l’andamento storico del rapporto fra domanda, offerta e soddisfazione sul servizio, lasciando sempre all’amministrazione la relativa valutazione.

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Le organizzazioni del Terzo Settore hanno anche un ruolo fondamentale nella co-progettazione, che le amministrazioni sono chiamate a valorizzare, adottare metodi di selezione che prevedano l’accertamento del possesso dei requisiti di affidabilità morale e professionale e l’adeguata valutazione delle caratteristiche e dei costi del progetto presentato. Anche qui, la titolarità delle scelte appartiene sempre all’amministrazione.
Le linee guida prevedono infine una serie di requisiti da rispettare per le modalità di erogazione dei servizi, in termini di autorizzazione e accreditamento, convenzioni con il volontariato, acquisto di servizi e prestazioni, affidamento ai soggetti del terzo settore. Regole particolari sono previste per l’affidamento di servizi e forniture nel settore dell’accoglienza di immigrati e richiedenti asilo, per l’affidamento alle cooperative sociali, i provvedimenti di concessione di benefici economici (sovvenzioni). Infine, ci sono le norme di riferimento in materia di controlli, obblighi di trasparenza e anticorruzione, tracciabilità dei flussi finanziari

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