mercoledì 17 febbraio 2016

Un "robotdomestico" nelle case di tutti gli anziani


 Ricorderà l'ora della medicina, controllerà i parametri ambientali della casa, monitorerà l'attività fisica dell'anziano e anche la sua alimentazione, lancerà l'allarme in caso di necessità. Ci stanno lavorando dieci partner di sei paesi europei, tra cui la Fondazione Don Gnocchi. Ad agosto la sperimentazione, nel 2018 la fine del progetto





 Ricorderà l'ora della medicina, controllerà i parametri ambientali della casa, monitorerà l'attività fisica dell'anziano e anche la sua alimentazione, lancerà l'allarme in caso di necessità. Ci stanno lavorando dieci partner di sei paesi europei, tra cui la Fondazione Don Gnocchi. Ad agosto la sperimentazione, nel 2018 la fine del progetto
Immaginate un piccolo robot, così facile da gestire da poter essere definito un “elettrodomestico”, che si aggira per la casa delle persone anziane e la monitora 24 ore al giorno, attraverso sensori wireless presenti nell’abitazione, compiendo una serie di operazioni programmate e personalizzate. Un robot che ricorda l’ora dei farmaci piuttosto che un appuntamento preso, che controlla le condizioni ambientali della casa (temperatura, umidità ecc), monitora il livello di attività dell’anziano per stimolarlo a fare più moto, in caso di poca mobilità, o intrattenendolo con giochi, in caso di iperattività. Capace anche di allertare un familiare o un caregiver, nel caso in cui l’anziano cada o ci sia un’emergenza. Non è fantascienza, il robot esiste già e i ricercatori di sei Paesi europei - Regno Unito, Francia, Olanda, Polonia, Grecia e Italia – stanno lavorando per migliorarlo, testarlo ad agosto e definire un prototipo alla portata di tutte le tasche, in modo che possa diventare davvero un ausilio di uso comune nelle case di tutto il mondo, nel 2018 o giù di lì.


Il progetto si chiama EnrichMe (ENabling Robot and assisted living environment for Independent Care and Health Monitoring of the Elderly), è finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Horizon 2020 e la Fondazione Don Gnocchi con il suo CITT (Centro per l’Innovazione e il Trasferimento Tecnologico) ne è partner. Il progetto è partito nel marzo 2015 e si concluderà nel 2018. L’obiettivo del progetto (e del robot) è migliorare la qualità della vita di persone anziane ancora autosufficienti per gran parte delle attività della vita quotidiana, ma che presentano un decadimento cognitivo non grave o una forma lieve di disabilità. Persone ancora in grado di vivere sole, ma su cui non guasta avere un occhio in più.

Foto3


Proprio la Fondazione Don Gnocchi ospiterà da oggi a venerdì 19 febbraio, presso il Centro IRCCS “S. Maria Nascente” di Milano, il meeting tecnico con tutti i dieci partner del progetto per fare il punto della situazione e procedere nella reaizzazione della parte software della macchina. Ad agosto/settembre ci sarà una sessione di test con un prototipo di EnrichMe, con pazienti neurologici, presso la Casa domotica dell’IRCCS milanese della Don Gnocchi e in una struttura analoga in Olanda

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